La Voce delle Agenzie
La direttiva green Europea e i collegati problemi economici
Sta sollevando molti dubbi la direttiva energetica Europea. Ne citano alcuni Fabrizio Floriani e Ivan Capra dello studio Floriani e Capra, in via IV Novembre 150 a Piacenza. “Nulla da eccepire – dicono - in quanto a finalità. Sono le modalità con le quali si persegue questo obiettivo virtuoso che sono, a nostro parere, non corrette”.
La direttiva “green” prevede l’adeguamento degli immobili sul piano energetico: a febbraio il primo voto dell’Europarlamento. “Lo step del 1°gennaio 2033 prevede che gli immobili rientrino in classe D, con necessità di interventi radicali e onerosi, ad esempio il cappotto interno o esterno e la coibentazione del tetto al fine di ridurre o eliminare del tutto la dispersione calorica. Tra il 2040 e il 2050 si dovrebbe raggiungere il traguardo delle 0 emissioni. Nel nostro paese il numero degli immobili sui quali intervenire è molto elevato. Servirebbero risorse economiche ingenti”.
Secondo Floriani e Capra “non sarebbe corretto né opportuno tradurre questa direttiva in una sorta di patrimoniale con alibi ecologico”. L’incidenza sul mercato immobiliare italiano sarà negativa “in quanto moltissimi immobili appartengono alle ultime classi energetiche e i proprietari rischiano di ritrovarsi abitazioni che perderanno valore con effetti anche sul debito pubblico e sulle garanzie”. A loro parere si dovrebbe procedere con una scelta volontaria incentivata fiscalmente ed economicamente, ampliando anche le tipologie di esenzione.